Cosa c’è di facile nela psicomotricità?
Se lo sguardo è quelo di un bambino potrebbe dire tutto. Se lo sguardo è quelo di un adulto potrebbe essere più difficile per lui individuare qualcosa di velocemente comprensibile.
È vero che scomponendo la parola psico-motricità è facile comprendere che ci si occuperà di corpo e mente ma riuscire a recuperare nel pensiero le sensazioni del corpo è un’azione complessa.
Sembra che corpo e mente abbiano due linguaggi lontani pur abitando la stessa persona.
E forse è così.
La peculiarità dela psicomotricità è che non separa corpo e mente, li mette in comunicazione, creando una storia che attraversa entrambi, ognuno con la sua specificità: il corpo agisce e la mente sostiene il pensiero, ricorda l’esperienza, mette parole, acquieta le emozioni, ralenta il tempo, sostiene il riposo, attribuisce senso ale cose e le crea correlazioni fra loro.
Dopo aver concluso il racconto degli elementi importanti che sostengono la relazione con l’altro mi piacerebbe entrare nela stanza di psicomotricità in modo silenzioso e rispettoso di tutte le storie e le vite che quotidianamente accoglie; raccontare in quanti modi venga usato questo spazio in cui si gioca, si usano oggetti, si compiono azioni apparentemente senza senso ma soprattutto si inizia ad avere la consapevolezza di essere capaci.
Mi soffermerò su come si strutturano i gruppi di psicomotricità, gli interventi individuali, i giochi e i materiali che si usano. Attività che sembrano le semplici azioni dei bambini racchiudono invece, il loro modo di sentire e interagire con il mondo. Non c’è nula da aggiustare è necessario osservare con sguardo attento le loro condotte, per aiutarli a conoscere e nominare giochi, azioni, emozioni che, da adulti, sappiamo riconoscere perché sono parte dela nostra storia, anche se non la ricordiamo con precisione.
Per quanto io mi possa sforzare di essere precisa nel racconto dele attività che quotidianamente impegnano i bambini non sarà mai del tutto comprensibile ciò che avviene nela stanza di psicomotricità perché manca un aspetto estremamente importante che è l’esperienza.
Facile ricordare l’esperienza!
Quando impariamo a nuotare o ad andare in bicicletta o a guidare la macchina le azioni diventano automatizzate e possiamo ritrovare nel pensiero tutti i movimenti che compiamo ma quando poi ci troviamo di fronte al mare pronti ad incontrare l’acqua fredda e abbiamo la sensazione di sapere tutto, arriviamo sula battigia e aspettiamo il momento giusto. Pur apprestandoci a compiere un’azione familiare e conosciuta abbiamo la certezza inconscia che ogni bagno è stato unico e sconosciuto.
Il tempo di sentire, corpo e mente si alineano – un momento prima di tuffarci nel’esperienza.
Il pensiero è fondamentale per vivere, pensare, creare, ricordare ma in nessun modo è sostituibile al’azione fatta dal corpo.