“Mi serve un cerchio”.
“Dove lo metti?”
“Lì, e dentro c’è la pista delle biglie”.
Mi ricordo che questo gioco l’ho visto fare ad un bambino una decina d’anni fa e poi più volte ancora nel corso del tempo. Mi sorprendeva vedere le affinità dei bambini che arrivavano a proporlo per poi riscontrare la stessa affinità nel loro percorso psicomotorio.
Mi sembra un gioco che racconti in modo simbolico il bisogno del bambino di sperimentarsi all’interno di un limite, come un desiderio che fa capolino dopo aver sperimentato a lungo la confusione del gioco senso-motorio e dei giochi esplorativi.
È come la sintesi di un percorso che gli ha permesso di interiorizzare il concetto di limite come un bisogno, pensiero, immagine mentale e infine simbolo.
Sentirsi contenuti diventa necessario per trattenere ispirazione e istinto, dando vita ad un pensiero pratico che si trasforma via via in un’idea astratta, un pensiero divergente e creativo.
Il bambino fa precocemente l’esperienza del contenitore se si pensa alla gestazione ma forse ancora prima se pensiamo alla cellula primitiva che racchiude tutte le informazioni di chi siamo già e di chi potenzialmente saremo nel nostro futuro.
L’ambiente successivamente accoglie il bambino creando dei contenitori relazionali che danno forma all’identità individuale e infine lo spazio diventa il contenitore esperienziale che sostiene scoperte e capacità, permettendogli di scoprire dove lo porterà il suo desiderio.
Tutte queste esperienze occupano il tempo del bambino durante i primi anni di vita e lo aiutano a costruire un pensiero creativo. Diventa capace di riprodurre sugli oggetti l’esperienza di sentirsi contenuto che lo ha guidato dalla nascita, in un’alternanza di libertà e bisogno di sentire intorno a sé una protezione, che si esprime, dapprima attraverso la vicinanza con il corpo dei genitori, poi attraverso la relazione: sguardo, parole, emozioni, regole.
Quando tutto questo processo complicato e necessario sarà sufficientemente integrato il bambino potrà sentire il limite dentro di sé
un limite che finalmente non fa più paura.
Libertà e limite sono due concetti legati profondamente perché solo nell’incontro si possono comprendere entrambi, altrimenti rimangono vissuti a metà, sospesi, a volte ingombranti.
La libertà è aria pura da respirare a pieni polmoni ma per essere davvero una risorsa deve contenere in sé il concetto di limite, altrimenti può trasformarsi in disordine, confusione, affanno.
La libertà insegna che c’è un momento in cui si può scegliere che direzione imprimere alla propria vita: lavoro, emozioni, progetti ma per arrivare a questa meravigliosa espressione della libertà si deve iniziare a fare confusione con gli oggetti, a riempire lo spazio fino a non poter camminare, guardarsi intorno e lasciarsi attraversare da una sensazione di sconfitta e di sfinimento.
E poi qualcosa cambia…
A volte l’incontro con la pista delle biglie è d’aiuto.
Questo gioco racconta molto bene il processo che deve affrontare il bambino per arrivare alla conquista del concetto di limite. Basta non intervenire, rimanere osservatori, sarà facile partecipare a questo racconto.
La costruzione della pista delle biglie della Hape è un compagno perfetto per fare questo passaggio.
I vari elementi sono appoggiati uno sopra l’altro senza incastro e basta un piccolo urto e la pista cade. Se si è sufficientemente coraggiosi si riprende da capo.
La seconda difficoltà è la costruzione libera di una pista che davvero funzioni senza seguire le istruzioni e se si è coraggiosi si arriva a patti con il libretto delle istruzioni. O vince il bambino oppure il libretto.
Se il bambino è arrivato fin qui si troverà ad affrontare il terzo stadio, o il terzo livello come direbbero i bambini; lasciare scendere le biglie che rotoleranno sul pavimento a volte allontanandosi molto.
Questo terzo livello avrà bisogno di tempo per essere accettato e solitamente i bambini cercano di deviare la corsa delle biglie oppure chiudono le uscite con bicchieri che diventano piccoli contenitori.
E poi, finalmente, arriva il quarto livello del gioco. Vengono tolti gli ostacoli e le biglie possono spandersi nella stanza, libere di vincere le une sulle altre.
Quale sarà la più veloce?
Ma è il quinto livello che segna l’integrazione fra emozione e svolgimento del gioco e non so dire da cosa abbia origine ma è sempre così.
Il bambino prende un grande cerchio che circonda la pista delle biglie limitandone la corsa in discesa.
Il limite!
Mi piace osservare la naturalezza con cui il bambino finalmente riesce a comprendere che avere un limite dentro di sé è importante per attribuire alla libertà il significato di scelta.
Libertà e limite….non si può decidere che solo uno abbia valore – fusi fra loro – per comprendere il significato di uno è necessario fare l’esperienza di entrambi.
La libertà di scelta è alla base di qualsiasi cosa. Perché grazie a questa che può svilupparsi pienamente la personalità di un essere umano. L’individuo, cioè, deve poter agire senza l’aiuto di altri. Allo stesso modo dell’adulto, anche il bambino “ha il diritto di crescere in libertà”.
La libertà è un diritto universale ed è inalienabile, irrinunciabile. Spesso, quando si parla di questo concetto, si pensa al poter fare qualunque cosa senza limiti né regole: questa non è libertà. La vera libertà e quando alla volontà si presentano più possibilità tra cui scegliere.
La libertà di scelta è quindi un elemento fondamentale nel processo di crescita. G. H. Fresco