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LA CREATIVITA’ IN MOVIMENTO                                                                

Ho cercato un sinonimo di creatività: estro, estrosità, fantasia, fecondità, inventiva, vena, sono tutte parole briose, vive, in movimento ma secondo me ne manca una, la più importante:

libertà.

“Un metodo educativo che abbia per base la libertà deve intervenire per aiutare il bambino a conquistarla e deve avere per mira la sua liberazione da quei legami che ne limitano le manifestazioni spontanee. […]

Ecco perché la prima forma di intervento educativo deve avere lo scopo di condurre il bambino sulla via dell’indipendenza.”  Montessori

Quando pensiamo alla creatività ci vengono in mente soprattutto oggetti, quadri, libri, fotografie, creazioni eseguite con le mani e il pensiero, esse coinvolgono una parte evoluta del sistema nervoso centrale che nell’integrazione con emozioni e ascolto del corpo, definiscono la creatività individuale.

Ma la prima esperienza nella quale il bambino sperimenta la creatività è il movimento. Il corpo si muove, cambia posizione, si ritrae, si allunga e si fa piccolo piccolo, si adatta agli spazi e all’ambiente che difficilmente rimane uguale a sé stesso.

Sono due elementi vitali che si incontrano.

Il bambino dedica molto tempo a conoscere l’ambiente, adattandosi, e, se possibile, anticipandone i cambiamenti. Il desiderio di esplorare ciò che lo circonda gli permette di affrontare il primo di una lunga serie di fallimenti, e poi, ne incontrerà altri fino alla fine dell’esperienza, per un tempo variabile, difficile da definire.

Ed è come se dovesse camminare su una strada che, dopo l’asfalto, diventa sterrato e infine sabbia che in un attimo, viene sommersa dall’acqua.

L’instabilità dell’ambiente impone al corpo azioni e modificazioni repentine in un adattamento veloce: le mani lavorano insieme, l’ampiezza dei passi si alterna a piccoli passi veloci, l’equilibrio improvvisamente sposta il corpo in avanti, e se si cade bisogna farlo al meglio, per attutire l’incontro del corpo con il suolo.

Il movimento libero nello spazio diventa laboratorio delle esperienze. Nell’azione il bambino si ascolta e usa tutto il corpo: gambe, braccia, busto, testa, sviluppa e  sperimenta infinite combinazioni nuove per sintonizzarsi con l’imprevedibilità dell’ambiente.

“Il piacere senso-motorio è l’evidente espressione dell’unità della personalità del bambino, perché crea la connessione tra le sensazioni corporee gli stati tonico- emozionali […] .”  Aucouturier, Derrault, Empinet

Se il bambino può sperimentare liberamente, nel tempo, il pensiero si evolve, diventa complesso, capace di trovare soluzioni ingegnose, nuove, a volte bizzarre. Le sue produzioni raccontano il divertimento, l’attenzione e l’ispirazione in cui si è imbattuto per creare un nuovo gioco, una storia.

Gli atteggiamenti che sostengono la libertà di movimento:

  • Incoraggiare i bambini quando svolgono un’attività manuale: “Ancora un piccolo sforzo!”, “Sei bravo continua così.”
  • Lasciare a loro disposizione gli strumenti necessari a svolgere un lavoro senza che debbano chiedere il nostro aiuto .
  • Avere un atteggiamento positivo e collaborativo nei confronti delle richieste dei nostri bambini di muoversi ed esplorare.
  • Accogliere positivamente le loro richieste e il risultato dei loro sforzi:”hai svolto il tuo lavoro con grande concentrazione!.” “Ti sei impegnato molto!”. Grazia Honegger Fresco

La creatività – che non conosce confini – si diverte a spostare e mischiare le attività, si espande nel pensiero e questo si modifica, diventa veloce, inquieto a tratti, ma soprattutto flessibile, proprio come il movimento.

Dopo aver sperimentato tanti movimenti diversi e sempre più complessi il bambino può finalmente fermarsi e la creatività cambia forma. Pur mantenendo la sua natura curiosa e imprevedibile, il pensiero inizia ad intervenire nelle attività creative coinvolgendo le mani per sperimentare altre possibilità espressive.

Sente il desiderio di condividere le sue esperienze con l’altro, ed è, quindi, necessario, che il movimento rallenti. Le pause consolidano l’ascolto consapevole del corpo, più lento e riflessivo e l’istinto lascia spazio ad una maggiore intenzionalità che gli permette di creare movimenti finalizzati al raggiungimento di uno scopo.

Perché non c’è niente di più bello che ricevere lo stupore di mamma e papà di fronte all’inaspettato che attesta, meglio di tutto il resto, le sue capacità creative.

“Negli adulti, la creatività scaturisce dalle stesse fonti e ha le medesime motivazioni del gioco creativo del bambino. Nasce dal desiderio del piacere e dal desiderio di esprimersi. È caratterizzato dallo stesso atteggiamento che si nota nel gioco infantile. E come il gioco infantile, produce piacere. Nel processo creativo c’è anche un elemento di divertimento, perché la creatività trae sempre origine da una simulazione  – cioè, richiede la sospensione di ciò che è conosciuto riguardo alla realtà esterna in modo da permettere al nuovo e all’inaspettato di emergere dall’immaginazione. Da questo punto di vista, ogni individuo creativo è simile a un bambino.”  Lowen

Sperimentarsi liberamente nello spazio, permette al bambino l’esplorazione, migliora la capacità espressiva, incoraggia l’autoregolazione, porta un beneficio alla sua crescita. La libera esplorazione dell’ambiente lo aiuta nell’ascolto di sé e dell’altro, rispettosa e adeguata alle sue capacità evolutive e alla sua natura, in equilibrio con i suoi bisogni profondi, con la percezione di spazio, tempo e relazione.

È l’incontro con l’imprevedibile.

E, se da una parte la novità diverte dall’altra può far emergere vulnerabilità e paura. La presenza dei genitori, la sua base sicura, mitiga lo spavento, rendendo più semplice esplorare ciò che non si conosce.

La libertà si conquista.

E perché non sia per il bambino, fonte di confusione e disagio, è necessario che la distanza dalle figure di riferimento non sia mai eccessiva e che lo sostengano facendogli percepire la sicurezza anche in uno spazio che lentamente si dilata ma che non gli faccia perdere i suoi punti di riferimento.

Un contenitore  relazionale.

Un contenitore in cui la presenza, l’attenzione, la curiosità dei genitori nei confronti delle produzioni del bambino in questo momento della crescita, è quindi, molto importante, rassicura, accoglie il fallimento trasformandolo in nuove possibilità ma soprattutto riconosce il valore personale del bambino nella scoperta della sua unicità.